giornata nazionale dell'Evoluzione nelle scuole
Prova
La Repubblica, articoli sul Darwin day della sezione Puglia

In La Repubblica del 3 maggio 2005
Oggi ad Agraria il \"DarwinDay\"
Bari ospita oggi nell´aula magna della facoltà di Agraria, in via Orabona 4 a partire dalle 9,30, il \"DarwinDay 2005\". L´evento - organizzato dall´Associazione nazionale insegnanti scienze naturali (Anisn) e dall´Università degli studi di Bari - arriva a poco più di un anno dalla raccolta di firme che Repubblica lanciò dopo la decisione del ministro Letizia Moratti di cancellare dai programmi delle scuole medie ogni riferimento alle teorie evoluzionistiche: in pochi giorni furono raccolte 50mila sottoscrizioni. Al \"Darwin day\" interverranno Mario De Tullio (del dipartimento di Biologia e patologia vegetale, il quale parlerà del \"Gruppo DarwinDay a Bari\"), Rosa Roberto (Anisn Puglia, \"L´insegnamento dell´evoluzione nella scuola italiana\"), Giorgio Nuzzaci e Francesco Porcelli (dipartimento di Biologia e chimica agro-forestale a ambientale, \"Impollinazione e coevoluzione di insetti e piante\"), Pietro Izzo (dipartimento di Scienze biomediche e oncologia umana, \"L´autorganizzazione dei sistemi complessi\") e Michele Maggiore (dipartimento di Geologia e geofisica, \"Un geologo a spasso nella preistoria, dalla Murgia di Altamura al Pulo di Molfetta\"). Dell´ultimo intervento anticipiamo in questa pagina un ampio stralcio.
Pagina XI – Bari

La scheda
E in masseria ecco il museo ______________________________________
È aperto da giugno dello scorso anno il museo dal campo per le visite virtuali all´uomo di Altamura. Lo spazio museale tecnologicamente avanzato (il sistema è stato a suo tempo progettato dall´antropologo Vittorio Pesce Delfino con il Consorzio Digamma) ha sede presso la masseria Ragone, a due passi dalla grotta di Lamalunga, dove poco più di dieci anni fa un gruppo di speleologi del Cars rinvenne il reperto di uno scheletro. Attraverso il museo dal campo, grazie a una soluzione interattiva di videosservazione tridimensionale, è così possibile effettuare la visita a distanza dell´uomo di Altamura. Il centro visite è aperto tutti i giorni, a eccezione del lunedì (dalle 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30; informazioni al numero telefonico 080.310.62.52). La visita interattiva ha una durata di 45 minuti e può essere consentita a un numero massimo di 30 visitatori per volta (2,50 euro per il biglietto d´ingresso).
(r.c.)

MARTEDÌ, 03 MAGGIO 2005
Pagina XI – Bari
Dagli Appennini alla Murgia le vie dell´Uomo di Altamura
Un geologo ricostruisce il cammino che migliaia di anni fa portò a una migrazione di massa verso il territorio sul quale sorge oggi questa regione
All´epoca l´intera zona intorno a Gravina era ricca d´acqua In seguito le \"lame\" hanno favorito un altro spostamento verso la costa adriatica

MICHELE MAGGIORE (*)
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La storia degli insediamenti antropici in Terra di Bari comincia con l´Uomo di Altamura, il più antico reperto preistorico rinvenuto in Puglia, lo scheletro di un maschio adulto vissuto nel Pleistocene medio, tra 400mila e 120mila anni fa, e collocabile tra l´Homo erectus e l´Uomo di Neanderthal. Ma da dove veniva l´Uomo di Altamura? In quale ambiente è vissuto e perché proprio lì? Per ora si possono fare alcune ipotesi avallate dal ritrovamento di una serie di tracce fossili e basate su alcuni elementi come, per esempio, l´instaurarsi di condizioni ambientali particolari. Nel Pleistocene medio (tra 1 e 0,5 milioni di anni fa), per effetto di un sollevamento dovuto a cause tettoniche, il mare, che stazionava tra la catena appenninica e le Murge isolando una larga fascia di territorio corrispondente alle attuali Murge alte, cominciò a ritirarsi. La zona dove il sollevamento fu più pronunciato corrispondeva all´area degli attuali territori di Venosa-Palazzo San Gervasio e Gravina.
Il sollevamento di quest´area è continuato anche nel Pleistocene superiore. Si creò un collegamento tra l´Appennino e le Murge e proprio attraverso tale ponte naturale fu possibile all´Uomo arcaico, che viveva più a ovest, avventurarsi verso Levante alla conquista di nuovi territori. Questa ipotesi è avvalorata dal ritrovamento di reperti preistorici del Paleolitico medio e superiore nei territori di Venosa e di Atella, il più significativo dei quali, un frammento di femore di Homo erectus datato a circa 360mila anni, è stato rinvenuto a Notarchirico. La scoperta di orme umane, appartenenti a esemplari di Homo erectus, nelle ceneri del Vulcano di Roccamonfina, in territorio di Caserta, datate a 365-325mila anni fa, avvalora ancor più l´ipotesi della migrazione dell´Uomo arcaico verso le Murge. Perché proprio ad Altamura? Il territorio di Altamura, a differenza dei territori della Murgia alta posti più a sud, era un luogo ricco di acqua. Oltre alle sorgenti vi erano numerosi specchi d´acqua in corrispondenza delle principali depressioni carsiche.
L´Uomo di Altamura dovette trovarsi di fronte un paesaggio non molto diverso da quello attuale. Nella parte più alta dell´altopiano, l´assenza di depositi di copertura e l´azione chimica ed erosiva dell´acqua di pioggia avevano già prodotto numerose forme carsiche. Le più significative erano rappresentate dai cosiddetti \"puli\", depressioni di forma circolare, simili a imbuti, con il fondo riempito di terra rossa di origine colluviale. L´ambiente in cui visse l´Uomo di Altamura era popolato da una fauna a grandi mammiferi. Elefanti, rinoceronti e ippopotami vivevano in prossimità degli specchi d´acqua dove erano oggetto della caccia dell´uomo paleolitico. Dove è migrato l´Uomo di Altamura? Al momento del suo arrivo sulle Murge, non poteva spingersi più a est per la presenza del mare subito a ridosso del suo territorio di caccia. All´epoca, la linea di costa lambiva l´Alta Murgia ed era posizionata ai piedi dell´attuale scarpata di Cassano Murge. Successivamente, per effetto del sollevamento tettonico tuttora in atto, porzioni del territorio murgiano sempre più vaste sono andate via via emergendo dal mare favorendo il popolamento del territorio. Le \"lame\" hanno svolto un ruolo importante per la penetrazione dell´Uomo verso la costa adriatica: esse hanno rappresentato veri e propri tracciati viari naturali, favorendo le comunicazioni e lo sviluppo dei rapporti culturali tra le popolazioni delle aree costiere e quelle dell´entroterra.
Il livello marino, nel Quaternario, ha subito variazioni anche per cause climatiche. In particolare, fasi di stazionamento e di temporaneo innalzamento della linea di riva si sono verificate più volte in concomitanza di periodi più caldi dell´attuale (fasi interglaciali). Lo stazionamento del mare in corrispondenza dei periodi interglaciali è testimoniato dall´esistenza di depositi di spiaggia, di cordoni litorali e dune costiere di età via via più recente procedendo dalle parti più elevate verso mare. Circa 30mila anni fa il mare si ritirò sin quasi nella posizione attuale dando luogo alla sedimentazione di un terrazzo costiero, come nel caso del cordone litorale e delle dune di San Girolamo nell´area di Bari. Il reperto fossile più importante riferibile a tale periodo, è rappresentato dai resti della sepoltura di una giovane donna, ribattezzata Delia, in territorio di Ostuni. Con la fine del Paleolitico, il clima diventò freddo. Il mare si ritirò di ben 100 metri rispetto alla posizione attuale, con conseguente massima estensione del territorio murgiano, per poi cominciare a risalire circa 14mila anni fa.
Con il miglioramento delle condizioni climatiche, l´uomo abbandonò le caverne, cominciò a costruire capanne e a vivere lungo la costa; alla tradizionale attività della caccia affiancò quella della raccolta di molluschi marini e terrestri. Così nel Neolitico antico (ottomila anni fa) diverse comunità, organizzate in villaggi, popolavano la costa barese. Ulteriori scoperte consentiranno di meglio definire gli eventi. Ma quanto finora scoperto attesta che le Murge sono da considerarsi un territorio chiave per lo studio degli avvicendamenti culturali in età preistorica.
(*)Docente di idrogeologia all´Università di Bari

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Il Darwin Day è un'iniziativa dell' Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali - Sito disegnato per l'ANISN da Daniele Biasci